Il verde come
Droscape
Rileggendo la struttura del territorio partenopeo si riscontra la presenza di un sistema verde frammentato. Dalle relazioni che questo intrattiene con il sistema urbano s’innesca il processo di espansione della città, la quale cerca di prevalere sul paesaggio naturale.
Risultato di tale processo è la realizzazione di aree interstiziali, i cosiddetti Drosscape.
Il Drosscape viene inteso come paradosso, non solo come scarto della città
contemporanea, ma come punto nodale all’ interno di una connessione ecologica ambientale a scala territoriale.
1. La collina dei Camaldoli:
Denominata il “polmone verde” della città. E’ caratterizzata da una matrice agricola e boschiva, rappresenta la linea di separazione
della città contemporanea dalla città diffusa, puntuale e disordinata, dalla quale derivano elementi di criticità, abbandono e degrado.

2. Il costone di Coroglio:
Un territorio pseudo naturale che si
contrappone a quello industriale l’Ex-Ilva
di Bagnoli. Una matrice agricola che
in alcune eccezioni continua a
persistere e dare un immagine
identitaria al paesaggio. Scarto,
da un lato, della città borghese
posillipina e dall’altro,
della città industriale
dismessa.

3.Il bosco di Capodimonte:
​
Uno dei maggiori siti verdi della
città di Napoli. Una sorta di
enclave senza spazio e senza
tempo. Percettivamente
separato dalla città, dove il
tempo sembra essersi fermato.

4.La collina di San Martino:
Elemento orografico identitario dell’
immagine della città di Napoli.
Di matrice agricola continua ad
essere un suolo ad alta naturalità
per la scarsa antropizzazione.

5.Verde di derivazione infrastrutturale:
Sistema di spazi verdi residuali, interstiziali, non progettati che derivano dal sistema infrastrutturale dalla tangenziale e dai suoi nodi.

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